googlef15934136261b1d4.html
ForumFree

Posts written by menichella

view post Posted: 6/2/2021, 10:51 Dieci poeti in dieci volumi in Echi - poesia
http://nulladie.com/


Dieci poeti in dieci volumi in Echi, seconda uscita de iCanti: Angy C. Argent, Imperatrice Bruno, Luca Farruggio, Maria Francesca Gasparro, Victor Hugo, Antonio Messina, Simona Novacco, Elena Scaratti, Cesare Simiele, Lina Vannini.

La collana I Canti della Nulla die celebra la regina della letteratura in ogni epoca: la poesia. L’editore vi presenta dieci volumi alla volta.

Il secondo numero, Echi, ospita i libri di nove poeti contemporanei e un poema di Victor Hugo, pubblicato per la prima volta in traduzione italiana


Angy C. Argent, Minimalismo in un tempo liquido

Emozioni frugali
scarnifico ricordi:
cerco il torsolo
della mela
l’essenza pura
della foglia di menta
il cuore della ragione
l’osso spolpato

Angy C. Argent è un nom de plume: la parola, specie quella poetica, nella sua vita è tutto.


Imperatrice Bruno, Caratteri Interi

Caratteri Interi – dalla pienezza delle parole che esprimono la vita e dalla solidità d’animo che serve per affrontarla – racconta la nascita, l’essenza e la fine di un sentimento amoroso suggerendo versi per la rinascita emotiva e la crescita personale.
Imperatrice Bruno è nata ad Ariano Irpino (AV) il 27 maggio 2001. Ex studentessa di liceo classico, è iscritta all’università commerciale Luigi Bocconi.
Ha pubblicato la silloge Costellazioni di emozioni (Aletti, 2018). Nel 2019 ha vinto il 14° concorso Internazionale di poesia inedita “Dedicato a… Poesie da ricordare”. Nel 2020 alcuni suoi testi compaiono su La Repubblica nella sezione “Bottega della poesia”.


Luca Farruggio, La feccia

"La feccia, residuo della botte impasto evacuazione intestinale come da definizione etimologica, ha, sorprendentemente, nel caso di Farruggio il sapore dolce-amaro del reale e della ricerca trascendentale, di una verità corpuscolare allergizzante..."

Luca Farruggio (Catania 1984). Filosofo e poeta, si è laureato al San Raffaele di Milano nel 2011. È allievo di Massimo Cacciari ed Enzo Bianchi. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Bugie estatiche (Il Filo 2006, prefazione di Manlio Sgalambro) e Del pessimismo teologico (Il Prato 2017, prefazione di Giuseppe Girgenti). Si guadagna da vivere insegnando in Veneto e ogni tanto, come pubblicista, dice la sua dove gli capita.


Maria Francesca Gasparro, Il buio ha una finestra sul mare

Il buio ha una finestra sul mare è un breve, ma intenso, viaggio nei meandri dell’animo umano, nei tormenti e nelle paure che lo atterriscono, negli indefiniti quesiti che sanno oscurarlo, nei concetti astrusi e sovente abusati che definiscono la permanenza dell’uomo nella dimensione terrena...

Maria Francesca Gasparro (Vibo Valentia, 1992) è laureata in Economia aziendale ed è, attualmente, una laureanda magistrale in Management e Finanza. Ama la poesia (prende parte a numerosi concorsi letterari) e il diritto: con la penna stretta fra le dita scrive, e si nutre, di entrambi. C’è poesia dappertutto.



Victor Hugo, I cavalieri erranti. Eviradnus, il piccolo re di Galizia

Questa pubblicazione colma un vuoto: permette di riscoprire un Victor Hugo inedito in Italia in veste di poeta. I Cavalieri erranti si compone di due testi in versi, Il piccolo re di Galizia ed Eviradnus, dove si narrano le gesta di Roland e dello stesso eroe che dà il titolo al poema...
Victor Hugo nasce a Besançon il 26 febbraio 1802 e muore a Parigi il 22 maggio 1885. Scrittore, poeta, drammaturgo e anche politico, è considerato il padre del Romanticismo francese. Conosciuto in particolare per il suo romanzo I miserabili, ha scritto anche numerose sillogi poetiche, come Le voci interiori, Le orientali e La leggenda dei secoli. Traduzione di Stefano Duranti Poccetti.


Antonio Messina, Come una nuvola dentro un cortile

Come una nuvola dentro un cortile nasce dal desiderio di comprendere il rapporto talvolta conflittuale degli uomini con i propri simili e con la realtà circostante, spesso dolorosa e ostile. E pur tuttavia è un canto di rinascita, un rovistare a mani nude tra i segreti della mente alla ricerca di un angolo di quiete, di un punto di congiunzione che possa liberare l’anima (nel suo eterno migrare) dalla sofferenza, e sognare un’esistenza più alta.

Antonio Messina è nato a Partanna (TP) e vive a Padova. Ha pubblicato romanzi, racconti e poesie.


Simona Novacco, Narciso

Stammi vicino Erato
o musa della poesia amorosa
or m’aiutate, con miele e latte
a scrivere il mio canto.

Simona Novacco è una poetessa italiana che risiede in Abruzzo.


Elena Scaratti, Io non sono io, pensieri e poesie della materia

Io non sono io è un prodotto dell’intuizione calmierato dalla ragione e ceduto semplificato con la poesia.
Elena Scaratti, Palazzolo sull’Oglio (BS) 1972 è architetto urbanista, saggista, poetessa, artista, performer, fotografa, legata al paradigma di Ecologia Profonda secondo la definizione di Fritjof Capra. Studiosa di astrofisica, neuroscienze, filosofia, antropologia ed economia, considera l’umano una parte del tutto, soggetto a leggi quantistiche, che vive nella preistoria della coscienza e che ha un gran bisogno di nuove utopie evolutive.


Cesare Simiele, Attraverso il nulla, su una barca che affonda

Le poesie di Attraverso il nulla, su una barca che affonda hanno il dovere di esorcizzare il Nulla: quello esterno, colmo di cose vane, utili solo a distrarre; quello intimo, esistenziale, comune agli uomini di tutti i tempi, che all’idea della morte, già dai primi anni di vita, vedono aprirsi una voragine sotto i piedi.
Cesare Simiele è nato nel 1990, vive a Vitulano (BN) ed è alla sua prima pubblicazione.


Lina Vannini, Impronte dell’anima

Gesto poetico intimo e serico, delicato e potente a un tempo, quello di Lina Vannini. Un senso arcaico del Sacro e del Divino calato in grembo a una Natura non contemplata come un oggetto fra tanti da indagare, ma come una madre generosa troppe volte tradita da un falso progresso. I luoghi, le dimore, il paesaggio hanno echi di vita contadina e di un sapere antico, e divengono qui altrettante creature.

Lina Vannini nasce a Bucine il 10 maggio 1938. È per lungo tempo pittrice professionista e approda alla scrittura poetica con la raccolta Grido di corda, Transeuropa (2019). Impronte dell’anima è la sua seconda silloge.
view post Posted: 23/1/2021, 15:20 Intervista a... Marco Florio - leggere e scrivere
http://nulladie.com/catalogo/421-marco-flo...8869153068.html

Intervista a Marco Florio, autore del romanzo "Quel giorno non avevano fiori"
edizioni Nulla die 2020

Federica nasce a Bologna il 2 agosto 1980. Nelle stesse ore, a poca distanza, ottantacinque persone muoiono in un attentato terroristico. Tra le vittime c’è suo padre Giulio, che alcuni mesi prima era finito in carcere per banda armata. Festeggia a lungo il compleanno il 2 settembre, convinta che il padre sia morto in un incidente stradale prima che lei nascesse. Quando sua madre le racconta la verità, per Federica inizia un percorso toccante e doloroso che la condurrà fin dentro le trame più cupe del secondo dopoguerra.

Un romanzo "privato" ma anche un omaggio alle vittime della violenza politica in Italia e ai loro familiari: quelli che nel dolore hanno avuto il conforto della verità storica e giudiziaria, e quelli che da decenni lottano e aspettano di conoscerla.

Marco Florio è nato a Benevento nel 1973. Vive a Torino, dove si è laureato in Ingegneria e lavora come consulente informatico. Appassionato di rock e di jazz, ha collaborato ad alcune webzine con articoli e recensioni sul mondo della musica. Quel giorno non avevano fiori è il suo primo romanzo.




Strage di Bologna. Perché ha scelto di narrarla attraverso le storie dei protagonisti?


Avevo sette anni all'epoca della strage, non ne ho alcun ricordo diretto. Negli anni successivi è cresciuto in me l'interesse per la storia italiana di quel periodo, da Piazza Fontana in poi, storia che in un certo senso culmina con le stragi di Ustica e di Bologna (anche se quattro anni dopo ci sarebbe stata la bomba sul Rapido 904, ultimo atto della strategia della tensione). E in mezzo i movimenti studenteschi, le lotte operaie, i cortei, l'epopea tragica delle Brigate Rosse. Mi sono chiesto spesso cosa ci fosse nella testa e nel cuore dei protagonisti di quella stagione straordinaria e atroce. Cosa li avesse spinti su quella strada. Ho letto moltissimi libri sul tema, ho visto film, interviste, documentari, ascoltato canzoni, ma quasi nessuna di quelle domande ha trovato risposta. Immaginare le storie di ipotetici protagonisti è stato forse l'ultimo tentativo di trovarle, quelle risposte. Tentativo velleitario, superfluo dirlo, ma che non rimpiango di aver fatto.

Quanti modi ci sono per raccontare un evento tragico?


Prendendo in prestito una celebre espressione di Antonio Tabucchi riferita a Pessoa e ai suoi mille eteronimi, mi verrebbe da dire "una (sola) moltitudine". Con il dolore e lo sgomento al centro, e gli infiniti possibili punti di vista di chi quelle storie le ha vissute (sulla propria pelle o da spettatore sgomento) o soltanto, tempo dopo, incontrate tra le pagine dei libri. Tra le tante possibili sfumature di quelle storie ho provato a dar voce a quella dei sopravvissuti. Immaginandone il vuoto, la solitudine, le domande irrisolte. La rabbia per la verità negata ancora oggi, dopo decenni. Ho pensato a quelle esistenze che nessuno conosce perché al massimo conosciamo le storie delle vittime o di alcune di loro, solo di rado quelle di chi sopravvive. E quasi sempre è soltanto grazie agli stessi sopravvissuti - penso alle associazioni dei familiari delle vittime- se sappiamo qualcosa di loro, se ne conosciamo i volti e se in qualche caso siamo persino ammessi a guardare i segni che dopo decenni continuano a portare sulla pelle.
Poi in qualche modo la storia narrata nel libro ha assunto un'altra piega, forse inaspettata persino per me: è diventata una storia privata, una delle tante storie possibili, con l'eco della stazione a rimbalzare nel vuoto lasciato nella vita della protagonista dalla morte del padre.


Com'è il suo rapporto con la scrittura e con la narrativa in generale


Ho una laurea in Ingegneria e mi occupo di temi che con la narrativa e la scrittura non c'entrano nulla. Sarebbe fin troppo facile dire che la passione per i libri è nata come forma estrema di compensazione umanistica agli argomenti che ho studiato all'università e che ancora oggi riempiono buona parte delle mie giornate. Forse è proprio così, ma non ha molta importanza. La passione c'è, da moltissimo tempo (insieme all'altra mia grande passione, quella per la musica). Ho scritto una storia e non so se come scrittore valgo qualcosa, ma so per certo, e ne sono molto orgoglioso, di essere un grande lettore. Ed è stato così che, leggendo una delle mille storie in cui mi sono imbattuto in questi anni, ho iniziato a fantasticare e in un certo senso a invidiare l'ebbrezza che doveva aver provato chi quelle storie le aveva immaginate, e ho sentito il desiderio di sapere cosa si prova a dar vita a un personaggio, a decidergli l'altezza e il colore degli occhi, a farlo muovere dentro le pagine di un manoscritto, a vederlo crescere, trasformarsi, interagire con la felicità, con il dolore e con le mille complessità delle comuni esistenze. C'è voluto molto tempo, per tante ragioni che penso non interessino a nessuno, ma alla fine quell'ebbrezza l'ho provata davvero, ed è una sensazione inebriante come quelle che si provano da bambini di fronte a una scoperta meravigliosa e inaspettata.
Credo che nessuno di noi sia artefice del proprio destino, penso che quasi tutto dipenda dagli intrecci del Caso - con la C maiuscola, come una divinità -. Scrivere, quali che siano i risultati, mi sembra talvolta l'unica strada per provare a opporsi a questo fatalismo un po' feroce e al senso di rassegnazione che inevitabilmente porta con sé.
view post Posted: 19/1/2021, 18:17 Intervista a... Limbrunire, musicista e cantautore ligure, ora anche narratore - culture
limbrunire-io-tu-e-le-piramidi


Intervista a Limbrunire, musicista e cantautore, al suo esordio letterario con il romanzo "Io, tu e le piramidi", Nulla die, 2021


" Io, tu e le piramidi" è il tuo romanzo d'esordio. Perché lo definisci "primo romanzo storico/di formazione"?

Lo definisco romanzo storico poiché le vicissitudini di alcuni protagonisti sono ambientate in un’epoca passata della quale cerco di ricostruirne, nei limiti del possibile gli usi, i costumi o semplicemente il modo di vivere.

Ho indicato anche il genere di formazione in quanto non è raro scorgere nei personaggi un’evoluzione verso la maturazione o l’età adulta evidenziandone le sensazioni, i sentimenti, i progetti dal loro concepimento alla piena o parziale realizzazione.


Cosa ti aspetti dal pubblico dei lettori?

Mi aspetto sincerità e nessuna remora. Mi piacerebbe che il lettore trovasse in un paragrafo, periodo o frase quel pezzo di sé che aveva perso o ingenuamente dimenticato.

Riuscire a emozionare o a stimolare una riflessione poi sarebbe alquanto appagante se non la massima ambizione, soprattutto considerato l’attuale contesto storico dal quale si evince una persistente propensione alla paralisi emotiva/sentimentale.

Sono pronto anche e soprattutto alle critiche che reputo di vitale importanza per una crescita interiore e di conseguenza artistica.


Da cantautore a narratore: facile passare da un ruolo all'altro?

In principio non lo è stato assolutamente in quanto mi spaventava il salto “nel vuoto” dalla forma canzone nella quale mi cimento da circa vent’anni e che ha limitate spazialità narrative, alla libertà espressiva del romanzo nel quale puoi avanzare, rallentare e osservare, ripartire o indietreggiare, scoprire e muoverti con maggiore autonomia.

Metaforicamente parlando il cantautore gira in un circuito per go-kart con una Formula 1, il narratore viceversa.

Adesso poi mi rendo conto che sia stato più facile del previsto reputando il passaggio da un “ruolo” all’altro piuttosto costruttivo.



Ti definisci "cantautore/produttore ligure": la tua Regione, la Liguria, culla artistica per eccellenza?

Sono orgoglioso di essere ligure come chi ha saputo con maestria e lungimiranza esportare l’arte nel mondo elevandola a sacralità, decretandone infine l’intoccabilità eterna.

Penso alla scuola cantautorale genovese di De Andrè, Paoli, Tenco, Bindi, Lauzi, alla maschera Fantozziana di Villaggio, ai versi di Montale, ai romanzi del mio compaesano Maggiani.

Penso anche ai liguri d’adozione come Lord Byron o a Guido Cavalcanti, mentore di Dante che nel lontano XIII secolo visse in esilio proprio nella mia città di nascita, Sarzana.

Forse inconsciamente tale testimonianza ha avuto in qualche modo un ruolo determinante nel mio percorso artistico, o almeno mi piacerebbe, da romantico, lo avesse.

Limbrunire (Francesco Petacco) nasce a Sarzana (La Spezia). Cantante, musicista e produttore, vince nella categoria band il Premio Lunezia 2009 con il brano La Giostra. Con il gruppo rock-pop Trenet produce un Ep. e l’album Non Vestiamoci, ed è finalista al Premio Inedito 2015 nella categoria testi. Nel 2016 vince il Premio Autore Controcorrente Pino Daniele e nel 2018 pubblica La Spensieratezza suo primo album solista edito da A Buzz Supreme. Durante Il Tenco Ascolta riceve il Premio Energia e Musica e arriva in finale nel contest indetto da Edizioni Curci/L’Autore Il mestiere della musica. Nel 2019 è inserito da iMusician Digital nello loro Top5 Artist mondiale. Nel 2020 pubblica Kalpa, un Ep. strumentale che promuove con un’installazione interattiva.

Io, tu e le piramidi è il suo primo romanzo.

Amore, viaggio, musica, storia, rifiuto, perdita, erotismo, paternità, malattia, amicizia, vita bucolica: questi e altri grandi temi ricorrono fra le pagine del racconto. E ogni storia sembra il microcosmo di esperienze condivise universalmente.



Fonte notizia: http://nulladie.com/catalogo/429-limbrunir...8869153150.html
view post Posted: 11/12/2020, 18:41 Dario Leone, Storie di ordinaria amministrazione - Recensioni
Ernesto Sechia, giovanissimo comunista di Borgotazza, si candida con il Centro Sinistra locale sostenendo Augusto Benito alla carica di Sindaco. Dopo una schiacciante vittoria, inizia l’esperienza amministrativa che finisce col diventare un incubo totalitario.

Dario Leone

Storie di ordinaria amministrazione


Nulla Die, 2020

QUANDO L’OPPOSIZIONE SCOMPARE
Storia di repressione e dittatura in un piccolo paese

Dario Leone ci ha abituati, nella sua produzione bibliografica, a leggere i mutamenti sociali attraverso le conseguenze che producono sulle persone. I suoi saggi sull’identità, l’amore e la Globalizzazione, ci hanno mostrato amaramente la degenerazione dell’uomo contemporaneo indotta dal sistema sociale che respira, ammalandolo. Forse, uno dei suoi più grandi “aiuti” analitici, è l’invito a distinguere sempre i fallimenti individuali da quelli indotti dalla società che nella maggior parte dei casi sono distinti cognitivamente in maniera alquanto impercettibile. Poi, d’un tratto, accade qualcosa nella sua scrittura e sceglie temporaneamente di affidare alla narrativa la descrizione di un fenomeno sociale orribile che mostra come si possa istaurare una vera e propria dittatura nel cuore dell’Italia democratica agli esordi del III Millennio. “Storie di ordinaria amministrazione” s’intitola quello che lui definisce “narrativa sociologica” ma che assume le sembianze di un vero e proprio romanzo politico. Una sorta di rivisitazione in miniatura della “banalità del male” di Hannah Arendt rappresentata (è forse la cosa che colpisce di più), da un intero Consiglio comunale che ratifica la scelta di un Sindaco-podestà, di eliminare dalle scene istituzionali un giovanissimo ragazzo comunista (pluripremiato alle elezioni) a causa della sua anima critica, coprendolo di fango e riducendolo all’isolamento sociale in pieno e totale spregio della democrazia elettiva. Uno scenario nel quale la minoranza eletta si avvia ad essere informalmente inglobata nella maggioranza di governo della comunità, garantendo al Sindaco, Augusto Benito, la pressocché totale assenza di opposizione con la conseguente libertà di dominio e di controllo paranoico, maniacale e sottilmente violento dell’intera comunità. In breve tempo tutti gli oppositori (tra i quali anche un ex Sindaco tra i più amati e longevi del paese) non solo spariscono dallo scenario politico locale, ma si dirigono volontariamente verso l’esilio nell’impossibilità di condurre in loco una vita civilmente democratica. Ernesto Sechia (così si chiama nel romanzo il giovanissimo comunista del PdCI), lancia i suoi ultimi gridi di allarme paventando il dissesto economico (a causa dello sperpero ingente e futile di denaro pubblico), e il disastro ambientale (a causa dell’assenza di trasparenza del Sindaco nella gestione sempre più strana e oscura di impianto di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti a pochi passi dal centro abitato). Pur mettendo in atto vari tentativi di resistenza, Sechia è indirettamente costretto ad abbandonare il suo paese trasferendosi in un villaggio montano sostanzialmente disabitato. L’esilio si trasforma in eremitaggio riflessivo inaugurato da un “secondo crollo del muro di Berlino”, ovvero la fine della Sinistra radicale e l’avvio dello scioglimento del partito di Sechia, i Comunisti Italiani. E qui si apre un’altra questione chiave del romanzo: “come continuare ad essere comunisti in una fase controrivoluzionaria che fattivamente non lo permetterebbe”. E ancora, potremmo dire, che il romanzo è anche una riflessione sulla politica delle alleanze. Marco Rizzo, Segretario generale del Partito Comunista, scrive nella premessa che i lettori dovrebbero, per tutto il tempo del romanzo, fare sempre riferimento alla domanda “Cosa significa avere un Partito Comunista indipendente”. Ancor più particolareggiata è l’analisi contenuta nella postfazione di Antonio Felice (atavico compagno di battaglia di Dario Leone), che scrive: “Borgotazza è il Comune, simile ad altri mille della provincia italiana, dove chi non si rassegnava a “morire democristiano” cercava, pur tra mille difficoltà, di mantenere viva la “fiammella” di una società più giusta e a misura d’uomo. I protagonisti politici di questo libro Ernesto Sechia e Augusto Benito rappresentano le rotture tra i comunisti e il nuovo protagonismo democristiano rappresentato dal “partito nuovo” che il PDS-DS e poi PD ha avuto in quegli anni”. Ma è al tempo stesso un’opera sulle conseguenze psico-sociali che un sistema politico produce sulla pelle delle persone. Assolutamente da leggere!

http://nulladie.com/catalogo/431-dario-leo...8869153204.html

view post Posted: 19/5/2020, 17:19 Intervista a... Antonella Luisa Nardone - leggere e scrivere
http://nulladie.com/catalogo/377-antonella...8869152597.html


Antonella Nardone

Oltre l'alba verde


Poesia Nulla Die, 81 pagine.

ISBN: 9788869152597


www.facebook.com/Nulladie/photos/r...?type=3&theater



Incontro con una sorprendente esordiente


1) Hai sempre scritto poesie? O hai provato a scrivere anche in prosa?
Ho sempre sognato di scrivere “un libro”, ma in realtà non ho mai pensato a cosa dovesse contenere. Di fatto scrivo poesie da quando avevo 14 anni. Però ho un romanzo nel cassetto, che prima o poi riprenderò.

2) Come mai hai scelto questo tipo di comunicazione?
Adoro la poesia perché è immediata e raccoglie un breve spazio di vita, un emozione, un sentimento, uno spaccato di realtà che però inizia e si conclude in poche righe.
Viviamo in un mondo frettoloso in cui chi si ferma rimane indietro. Nell’affannosa ricerca di beni materiali, abbiamo dimenticato la nostra anima, che spesso si ribella, provocandoci quegli stati di malinconia cui non riusciamo a dare risposta, perché abbiamo smesso di ascoltarla. E la poesia non è altro che il linguaggio dell’anima, che dice e non dice e che regala un’emozione diversa a coloro che la leggono e la fanno propria in base alla propria sensibilità o al proprio vissuto. È un linguaggio universale ma nel contempo individuale.

3) Di cosa parla il libro? Si può trovare un tema principale oppure affronti diverse tematiche?
Non ci sono diverse tematiche, ma esiste un filo conduttore che va dal titolo fino all’ultima frase in copertina. È una sorta di viaggio catartico alla ricerca di una serenità interiore che mi è sempre mancata.

4) Tu scrivi in prima persona, le poesie, quindi, riguardano solo le tue esperienze?
Si e no. Scrivo in prima persona come se le avessi vissute io, ma spesso interiorizzo confidenze che mi sono state fatte oppure descrivo cose che ho osservato in altre persone.

5) C’è un’intera parte dedicata alle “persone”. Cos’è per te l’amicizia?
È la base di tutti i rapporti, anche familiari. È, per me, un valore supremo.

6) Se non avessi avuto la vita che hai avuto, ti saresti dedicata lo stesso alla poesia?
Sinceramente credo di aver vissuto e di vivere una vita normale, come tanti. Forse con una sensibilità diversa.

8) Perché una persona dovrebbe comprare il tuo libro?
Perché credo di aver scritto qualcosa che ognuno di noi, in diversi momenti della propria vita, ha attraversato, magari senza riuscire ad esprimerlo a parole. È difficile decifrare il linguaggio dell’anima.
view post Posted: 21/4/2020, 17:05 Le interviste - leggere e scrivere
http://nulladie.com/catalogo/386-maurizio-...mbene&results=2



Maurizio Nascimbene

Philippe Jaccottet, Un poeta «qui creuse dans la brume»

Pantheon Nulla Die, 189 pagine.

Isbn: 9788869152702


Abbiamo conosciuto Maurizio Nascimbene nella veste di narratore grazie a Un gran bel Paese (edito da Nulla Die), ma ora ci sorprende con un saggio su una delle voci più pure e importanti degli ultimi decenni; una lettura comparatistica di un poeta svizzero di lingua francese più volte, si dice, candidato al Nobel: Philippe Jaccottet. Un poeta "qui creuse dans la brume”.



Partiamo dall’inizio. Com’è nato il tuo interesse per Jaccotet?

Lo scoprii per caso vent’anni fa, durante un corso di letteratura francese. Da quel momento vi dedicai cinque anni di studio il cui frutto è quest’opera, rimasta chiusa nel cassetto per quindici anni dopo essere stata anticipata da un paio di estratti pubblicati sulle riviste Studi Francesi e Crocevia. Ora, finalmente, il testo completo vede la luce a un paio di mesi dal novantacinquesimo compleanno di questo finissimo poeta che ha superato l’impossibilità del poetare dopo gli orrori delle due Guerre Mondiali scoprendo un canto nuovo, quotidiano, semplice. Un poeta che - parole sue - scava nella bruma alla ricerca di ciò che sfugge alla bruma stessa con la forza dell’ignorante.



Spiegati meglio.

L’ignorante non è solo il titolo di una sua splendida poesia, ma il suo modo di porsi in osservazione del mondo. È l’atteggiamento che fa di lui una specie di voyant in grado di penetrare nell’oscurità delle cose per scorgerne la luce nascosta.



Perché leggere Jaccotet oggi?


Perché è un poeta che ci fa riscoprire la bellezza del quotidiano; di una passeggiata in mezzo al verde; di una luce che brilla nel buio più nero. Non alza mai la voce - semmai sussurra - e riporta il poeta a terra, tra i propri simili, lontano da quegli dei che guardano tutto dall’alto in basso. Parla con semplicità; non pretende di insegnare. Tuttavia ci indica una strada.



Dalla quarta di copertina:
Il cammino letterario di Philippe Jaccottet è un qualcosa di vivo che s’inserisce pienamente nel proprio tempo, ma trova radici nel passato più remoto e getta uno sguardo sul futuro più lontano. È l’uomo a tutto tondo il vero protagonista di queste pagine, e ciò che lo circonda viene compreso in quanto insieme di leggi e di forze che vi interagiscono. Jaccottet porta a frutto l’esperienza di tanti prima di lui (presenti in questo studio dal respiro comparatistico che presta altresì attenzione al patrimonio religioso dell’umanità, dai miti della Creazione ai dogmi monoteisti), grazie a un procedere semplice che diviene il fulcro della potenza del messaggio: l’ignoranza (emblema del suo modo di rapportarsi alle realtà investigabili e non del mondo) lo trasforma in un voyant in grado di penetrare nell’oscurità delle cose per scorgerne la luce nascosta.

Maurizio Nascimbene, nato a Voghera, vive a Torino ed è dirigente presso una grande industria internazionale. Nel febbraio 2019 ha pubblicato con Nulla die il romanzo Un Gran Bel Paese.
view post Posted: 27/4/2014, 19:00 Zina, di Giuliana Spanò - Recensioni

Giuliana Spanò


Zina


Gli occhi chiari della memoria


Nulla Die Edizioni

ISBN: 9788897364931
L'ultima protagonista della Nulla Die Edizioni è Zina, appena pubblicata, nata dalla bella scrittura fluente e sciolta di Giuliana Spanò, esordiente giovanissima, matematica di professione, artista di vocazione. L'ambiente che ospita Zina, migrante dell'Est in cerca di sistemazione, è Venezia: il racconto prende il lettore per le descrizioni molteplici che la Spanò dimostra di saper fare con grande abilità per i luoghi, per i protagonisti e per la storia che rivela un finale sorprendente e legato intimamente alla psicologia dei personaggi. Irrompe sulla scena, infatti, un dramma familiare che l'autrice riesce a far trapelare con sempre più insistenza senza svelarne la trama. Un romanzo compiuto e scritto con bravura dall'autrice, capace di lasciare spazio alla storia e ai suoi protagonisti che vivono, fino alla fine, di vita propria magistralmente narrata. Molto bella l'immagine grafica della copertina.
Dalla quarta:
Una magica Venezia che incanta e seduce per fascino e storia. Ma che allo stesso tempo stordisce con la forza delle sue contraddizioni stridenti. Una memoria che scolorisce piano, colpita da un male avido, e lascia affiorare semi di ricordi sfuggiti al controllo vigile della coscienza. E al centro di questo scenario c’è Zina, una giovane venuta dall’Est per occuparsi della signora Fosca Contemori tra i fasti di un nobile antico palazzo e il dedalo irresistibile di calli, campi e fondamenta. Spinta da un istinto fine e pericoloso, la badante si incanalerà in un percorso a spirale attraverso tragici eventi del passato, verso un epilogo di dolorosa e caleidoscopica verità.

Giuliana Spanò è nata e vive a Venezia. Laureata in matematica, lavora in ambito informatico come Responsabile di Sviluppi e Sistemi. È appassionata di musica e canta in diverse realtà locali, studiando e insegnando tecnica vocale. Si è appassionata ai libri e alla lettura fin da bambina, e ora ha deciso di ricambiare il favore ricevuto iniziando a scrivere storie lei stessa. Zina è il suo primo romanzo.
Disponibile da Aprile 2014 negli store on line e nelle migliori librerie.
view post Posted: 6/4/2014, 21:06 La casualità apparente, di Emanuele Cavarra - Recensioni

Ambientato nella Sicilia del dodicesimo secolo

La casualità apparente

0i4u


Diario di un cavaliere templare siciliano del XII secolo
Emanuele Cavarra, Romanzo illustrato, ed. Nulla Die
ISBN: 978-88-97364-92-4





Commento di Antonella Santarelli

Il segno del destino, o della mano divina, nei fatti che orientano l'esistenza
Il signore di un feudo siciliano impone con la forza la vita monastica a tre suoi giovanissimi figli. Il primogenito, al contrario, erediterà casato e privilegi. Tra i figli ripudiati, uno in particolare si affermerà nel mondo cavalleresco dei templari, monaci combattenti, “poveri compagni d'armi di Cristo”. Vigore fisico, resistenza alle rinunce e alle avversità, intraprendenza e coraggio lo trasformeranno in poco tempo in un valoroso cavaliere rispettato dall'ordine e dai suoi superiori. Dure missioni in Terra Santa, imboscate, prove di valore guerriero si alternano a momenti di grande tenerezza verso le donne della sua vita, per quanto monastica e votata alla castità. L'ambientazione storica e geografica è minuziosa. I luoghi sono le lande assolate e verdeggianti della Sicilia; sulle acque blu e cristalline del Mediterraneo vascelli di pellegrini sfidano briganti e infedeli, scortati dai valorosi templari.
Il ritmo della narrazione è calzante e in sintonia con le vicende che si susseguono; la scrittura si presta a sottolineare i momenti aulici della vita cavalleresca come quelli dell'introspezione vissuta in solitudine. Sin dall'ingresso nella commenda, il lettore prova empatia verso il templare, commozione e ammirazione per il suo valore profondamente umano che plasma la crudezza dei fatti tipici del periodo storico medioevale.



Dalla quarta di copertina:

Secondo una barbara consuetudine in uso nelle nobili famiglie del Medio Evo, Johannes De Guara, terzogenito ancora sedicenne vissuto nella Sicilia del XII secolo, è costretto a intraprendere la vita monastica nell’Ordine dei Cavalieri del Tempio, altresì conosciuti come i Templari.
L’impatto con la rigida vita monastica, reso ancora più difficile dal traumatico distacco dalla famiglia e dall’amata Marianna, mette a dura prova il giovane. Nonostante tutto, Johannes riesce ad adattarsi alla ferrea disciplina dei monaci-guerrieri e persino a eccellere.
Inviato presto in missione in Terrasanta, sarà costretto ad affrontare le insidie di un mondo sconosciuto e ostile all’Occidente. Qui conoscerà Ioletta, una giovane pellegrina. S’innamoreranno. Per una serie di capricci del destino, però, le loro strade si divideranno.
Emanuele Cavarra (Ragusa, 1971), sposato e padre, opera nel mondo della comunicazione. Art director di KreativaMente (www.kreativamente.it) dal 1993, spazia in vari ambiti della creatività: slogan e testi pubblicitari, grafica e illustrazioni (sue sono le tavole di questo volume).
Disponibile da Aprile 2014 negli store on line e nelle migliori librerie.

Edited by menichella - 18/4/2014, 22:35
view post Posted: 9/3/2014, 18:14 L'amore e il calcio ai tempi di Holly e Benji, di Andrea Chiodi - Recensioni
yjrp

L’amore e il calcio ai tempi di Holly e Benji

Andrea Chiodi, L’amore e il calcio ai tempi di Holly e Benji, 978-88-97364-88-7
Collana Lego / narrativa, ed. Nulla Die, 2014
La vita di Giosuè è precipitata in un abisso senza fine, nonostante un talento calcistico fuori dal comune che lo aveva reso il miglior under 19 d’Europa. Se non si fosse innamorato della donna sbagliata, foriera dei peggiori consigli, se non avesse avuto un padre dispotico, e se non avesse conosciuto Antonello, poi diventato il suo migliore amico, avrebbe sicuramente giocato in serie A. Mancava solo una firma a un contratto già compilato. Dopo aver vissuto per quindici anni di rimpianti, decide di affrontare Claudia, la donna di cui, nonostante tutto, è ancora innamorato. Ma il suo incontro con lei si rivela diverso da come se l’era aspettato e rimarrà travolto da un’incredibile girandola di emozioni che cambierà per sempre la sua vita e quella di tutte le persone che gli stanno intorno.
Andrea Chiodi è nato a Biella il 26/12/ 1977. Grande appassionato di sport, in particolare di calcio e ciclismo, vive a Mongrando (BI) con la sua famiglia. L’amore e il calcio ai tempi di Holly e Benji è il suo romanzo d’esordio.

Recensione di Antonella Santarelli

La storia narrata è comune ai tanti adolescenti che il mondo degli adulti spinge verso l’agonismo sportivo sebbene quest’ultimo non interessi più di tanto i giovanissimi atleti. Simile al meccanismo con cui la mamma induce la figlia a partecipare a provini cinematografici o a competizioni per il titolo di miss di qualcosa. I desideri trasmigrano da una generazione all’altra e difficilmente trovano la strada per esaudirsi.
Ambientato negli anni settanta, narra in prima persona la vita di Giosuè, un mancato campione che, sin da piccolo, affronta con passione ed egocentrismo il campo di calcio. L’amore per lo sport è genuino, il protagonista imita le gesta dei suoi padalini del cartone animato preferito, Holly e Benji, e cresce con l’ambizione di diventare un giocatore di successo disposto a tutto pur di arrivare alla notorietà.
Nell’impresa ardua della conquista del successo, hanno un’influenza particolare le ambizioni degli adulti, tra i quali il padre, egoista e vanaglorioso, e i vari mister che accompagnano la crescita della giovane promessa che si confronterà, sin da piccolo, con il suo alter ego, Antonello, un coetaneo meno fortunato in quanto a provenienza sociale ma destinato a crescere con più consapevolezza e fortuna. Antonello diventerà il suo termine di paragone sui campi di calcio e nella vita normale che vedrà l’amico/nemico affermarsi come uomo di successo e lui ai margini della società con un epilogo che sorprenderà anche i lettori più smaliziati.

Il romanzo incuriosisce, diverte e appassiona. L’autore anticipa, con espressioni e frasi indovinate, lo svolgersi dei fatti che si succedono nel corso della narrazione, mantenendo alta l’attenzione di chi legge. Un esordio convincente e ben riuscito per l’autore a cui rivolgo i più sinceri complimenti.


video

Edited by menichella - 15/3/2014, 20:31
view post Posted: 8/2/2014, 00:40 Attenzione, scoop!!! Scoperte le istruzioni alla stampa per la manifestazione NO MUOS de - narrativa
Attenzione, scoop!!! Scoperte le istruzioni alla stampa per la manifestazione NO MUOS del 1° Marzo a Niscemi

di Antonella Santarelli

La signora Rosina, operosa addetta dell'impresa di pulizia La Solerte, spolverando il pc del megadirettore della catena editoriale “Finché la barca va”, sente uno strano bip bip e nota immagini colorate e pulsanti sul video. “Attenzione, attenzione” si legge nella scritta che ora spunta. “Vuoi vedere che prendo una nota di merito se avverto il capo dell'ufficio e forse anche una mancia?”
Cercando di ricordare come fare per stampare il messaggio, apre decine di file con immagini di giovanissime donne scollacciate.
“Oh, guarda la segretaria del dott. Rossetti, che fine avrà fatto? E la nipote del dott. Milani, oh, ma forse non è la nipote... e questo ragazzo chi è? Ma è nudo!” Finalmente apre e stampa il file giusto.
“Messaggio importante da distribuire a tutti i giornalisti, con ordine di distruzione immediata dopo la lettura”.
“Deve essere veramente importante, lo darò subito a mio nipote che studia giornalismo, anche se ora, mannaggia a lui, sta occupando la facoltà. Penserà lui ad avvertire gli altri giornalisti”.
E così, grazie al nipote della signora Rosina, possiamo darvi, in anteprima, le istruzioni che la quasi totalità dei giornalisti seguirà per informare la nazione sulla manifestazione NO MUOS del 1° Marzo. Seguendo le istruzioni, potete giocare ad anticipare il pezzo che leggeranno gli italiani sui maggiori quotidiani (on line e su carta): a questo punto, fateci avere il vostro pezzo perché premieremo, con un soggiorno nella sughereta di Niscemi, l'autore che confezionerà il reportage più vicino agli articoli diffusi dalla grande stampa durante e dopo la manifestazione del 1° marzo in Contrada Ulmo. Ecco le istruzioni:
1) Recarsi sul posto almeno la sera prima e concordare con le forze dell'ordine il punto dove è auspicabile che scoppino disordini.
2) Portarsi l'occorrente per sostituire o riparare le gomme: gli uomini dei servizi segreti non sempre ci pensano dopo avervi squarciato i pneumatici.
3) Evitare di fotografare religiosi, mamme con le carrozzine, bambini sorridenti: i manifestanti sono brutti e con il ghigno feroce. Gli altri non esistono, ricordatelo.
4) Filmare tutti coloro che inciampano e cadono: fino a prova contraria, sono le vittime della violenza inaudita della folla rivoltosa.
5) Mai socializzare con i manifestanti, neanche per chiedere notizie. Vi bastano gli infiltrati che imparerete a riconoscere; se non li riconoscete, non importa. A cosa vi servono le notizie?
6) Istruzione fondamentale: dividere per due e calcolare il dieci per cento del risultato. Questo è il numero dei manifestanti che lancerete già dopo cinque minuti l'ora fissata dell' inizio del corteo. Esercitatevi: se sono diecimila, il numero esatto che diffonderete sarà: 500, 250 o 700?
7) Anche se i manifestanti saranno un'infinità, ricordatevi che solo i numeri, per definizione, sono infiniti: quindi, la manifestazione, comunque vada, sarà sempre un flop, perché il numero dei manifestanti non può essere infinito. Ragionate: se fossero ottomilacinquecentonovantasei, potrebbero essere ottomilacinquecentonovantasette e così via. L'insuccesso è, pertanto, una verità incontestabile. Mancherebbero sempre di una unità in più. Questa è matematica, cosa avete studiato a scuola?
8) Il numero, pertanto, finito dei manifestanti va sempre decontestualizzato: non un accenno a quanto successo in precedenza. Nessuna analisi o contraddittorio: credete di lavorare per la BBC, forse?
9) Il ragazzo celerino che si toglie il casco in segno di solidarietà soffre di ASMA, intesi? E niente paura se lo negherà, il giorno dopo tornerà a vendere le patate nel suo paese.
10) Appena si avvicinerà a voi un manifestante o, peggio ancora, una di quelle insopportabili Mamme No MUOS per chiedervi di fare un articolo “giusto” (come dicono sempre) sulla manifestazione, mostratevi infastiditi e gridate per farvi ascoltare da quanta più gente possibile: “Uffa, la stampa in questo paese è LIBERAAAAAA!”.
view post Posted: 21/1/2014, 19:09 I segreti del barone, Franco Monaca - Recensioni
I segreti del barone, Franco Monaca
ed. Nulla Die, 2014






I segreti del barone, Franco Monaca, ed. Nulla Die 2014


Leggere i “Segreti del barone”, ultima opera di Franco Monaca, equivale a immergersi in un testo di cultura inusuale per i tempi che corrono. Il romanzo è, chiaramente, cosa ben diversa da un saggio; eppure, credo che un saggio sulla storia siciliana della prima metà del novecento non avrebbe arricchito il lettore come il racconto della vita del barone Giovanni Magrì, rampollo di una famiglia nobile dell’entroterra siculo che avrà fortuna, negli anni del fascismo, nella Sicilia rurale godendo di appoggi nella capitale palermitana. Capitale, perché Palermo si è sempre fregiata del titolo di capitale nei confronti dei “paisa”, delle località del resto della Sicilia. Chi ha visitato, anche solo per poco, Palermo ha avuto modo di ammirare i segni della storia presenti e quasi ridondanti nelle vie, nei balconi, nei palazzi che si susseguono nel centro storico. La descrizione che fa l’autore della città fa immaginare quelle vie e quei palazzi negli anni del barone Magrì, quando sposa una giovane palermitana e si inserisce nella Palermo bene dell’epoca in pieno regime fascista. La vita coniugale dei due assume un tono del tutto particolare sin dalla prima notte di nozze, trascorsa su un transatlantico dai passeggeri rigorosamente suddivisi in classi: la passionalità sanguigna del barone si scontra subito con il distacco dall’amore terreno dell’amata sposa. Le conseguenze del viaggio di nozze condizioneranno l’intera vita coniugale. Il barone non riuscirà ad abbracciare la castità scelta dalla consorte e le sue avventure, intrecciate con la storia che nel frattempo segna la fine del fascismo, la guerra e la ricostruzione, lo vedranno, ancor prima della morte della moglie, a fianco di donne molto sensuali e dotate di fascino.


http://nulladie.wordpress.com/2014/01/19/isegretidelbarone/
view post Posted: 29/10/2013, 17:04 Nuovo Ateneo, la trama narrativa nella saggistica - Recensioni


Nuovo Ateneo, la trama narrativa nella saggistica



qui il link


Scoprire la trama narrativa nella saggistica. Ecco perché vi consigliamo i libri di Nuovo Ateneo, la collana di Nulla Die
dedicata alla saggistica.
In ognuno di essi, la narrazione incontra la fantasia e il pensiero del lettore che si immerge, rapito, nella vita di un manager a cui è stato sottratto il tempo, nella visione di un edificio della Roma di oggi analizzato da giovani architetti, in un tempio dell'antico Egitto o nel dramma di cittadini alle prese con l'ecoMUOStro e abbandonati dalle istituzioni.
Perché la saggistica non è solo contenuto per studiosi, è anche vita reale narrata molto bene.

Vuoi segnalare un saggio che ti è piaciuto anche per la sua trama narrativa?
Scrivici:
[email protected]
view post Posted: 16/10/2013, 17:29 Strada facendo, Mauro Milazzo, ed. Nulla Die - Recensioni



Mauro Milazzo

Strada facendo

ed. Nulla Die, 2013


(Commento) Il viaggio come crescita nella consapevolezza. Colpisce l'assenza di metafora nel vivere i momenti più salienti di un percorso, Roma-Foresta Nera, che ha le sue tappe in considerazioni e ricordi anche "musicali". Ogni fermata è reale, sia che si tratti di una località che di una stazione di servizio. il piacere della guida si accompagna alla voglia di soffermarsi, con occhi disincantati e quindi capaci di meravigliarsi, sulla storia dei piccoli e grandi centri in cui la vita degli uomini ha trovato all'origine il modo di attecchire e svilupparsi, con le sue caratteristiche e peculiarità. Poche decine di chilometri a volte segnano differenze inspiegabili che solo il viaggiatore attento riesce a cogliere nei "graffiti" spesso non valorizzati dai natii.
La musica accompagna il fiume di pensieri che, nel breve lasso di tempo vissuto nello spazio di un viaggio solitario, il protagonista ha modo di apprezzare nella riflessione interiore. Poi, alla fine del viaggio, ci sarà il tempo della condivisione.



Con Nicola Enaldi si viaggia da Roma a Großostheim-Ringheim, piccolo centro ai margini della Foresta Nera, in Germania. Nicola deve raggiungere il piccolo aeroporto “Flughafen airport” per incontrare la sua amata. All’interno del suo microcosmo, l’automobile, Nicola trae ispirazione dalla radio per degli spunti di riflessione, guardando il mondo da viaggiatore e non più da turista. Canzoni, film, artisti, rievocazioni storiche, leggende, incontri surreali, caratterizzano il percorso. Il viaggio avviene l’11 settembre del 2001. Con le torri si sbriciolano molte certezze sul futuro, compreso quello di Nicola. Alla fine del viaggio forse non saremo migliori ma certamente migliorati.

Maurizio Milazzo è nato a Roma nel 1968, si occupa di Sistemi di Pagamento per la Pubblica Amministrazione. Socio della Free Lance International Press, collabora con giornali e riviste, scrive e conduce programmi radiofonici e televisivi su network locali. Da presidente della Promoit Onlus persegue progetti di solidarietà. Nel 2009 pubblica la raccolta di racconti Sogno o son destro? Incubi di un mancino. Nel 2012 pubblica in e-book i racconti Rompete le righe… ma anche i quadretti.
view post Posted: 3/9/2013, 19:49 Lucia Guida, La casa dal pergolato di glicine, ed. Nulla Die - Recensioni
Lucia Guida, La casa dal pergolato di glicine
ed. Nulla Die, ISBN 978-88-97364-68-9






La protagonista del romanzo è la vita di una donna che, agli inizi degli anni settanta, riesce a superare e a vincere tabù e convenzioni per affermare se stessa nella vita relazionale e personale. Impresa sempre più difficile ai giorni nostri che vedono le donne immolarsi nella scelta di un ruolo piuttosto che in un altro, costrette a rinunciare, per forza di cose, alla loro composizione in un'unica soddisfacente dimensione. Eppure, compiere scelte d'amore può sembrare facile per le donne di oggi grazie all'evoluzione dei tempi e del costume: sappiamo tutti però che così non è, e non solo per i tempi duri che viviamo. Il coraggio di fare scelte scomode e controcorrente non è molto comune ai nostri giorni. La protagonista del racconto rinuncia a un matrimonio ricco e borghese (non c'era ancora il divorzio) per l'amore di un'estate che deciderà per sempre della sua esistenza. Il coraggio e la determinazione la rendono forte e donna come lei ha sempre desiderato di essere. La scelta di favorire la dimensione personale a discapito delle altre (sociale, lavorativa, legata allo status acquisito con il matrimonio benestante) la renderà agli occhi di tutti ancora più invincibile e attraente. Saprà stabilire la giusta relazione con gli uomini e le cose grazie alla non volontaria rinuncia di amare. Il racconto ad incastro di più esistenze e momenti di vita scorre fluido senza cadute di attenzione da parte del lettore. Un romanzo al femminile che ha come cornice gli anni più belli della nostra storia contemporanea.
(Antonella Santarelli)


“Il glicine ha continuato a fiorire. Ha resistito alle intemperie e alle tante stagioni di due generazioni ed è ancora qui a confortarmi con la sua presenza esuberante che mi riporta alla gioia dolente di un tempo che non c’è più, che non potrà più ritornare. Ne percepisco l’odore intenso con una pienezza che mi dà quasi alla testa e con delicatezza ne accarezzo i petali setosi come una volta ho accarezzato il viso ruvido dell’uomo che mi ha stregata per sempre con un sortilegio di cuore e di testa.”
Una donna alla ricerca della propria identità, un amore per la vita, storie di amicizia e affetti che sfidano il tempo e lo spazio nella cornice discreta e complice di una casa sulla spiaggia, Villa dei Glicini, in cui i destini di Marina, Walter, Sabina, Attilio si legheranno l’un l’altro per sempre in un’estate memorabile e lontana che cambierà le loro vite.
Lucia Guida, nativa di S. Severo (FG), abita e lavora a Pescara come docente di Lingua Inglese. Ha pubblicato racconti brevi in collane di autori vari e nel 2012, per Nulla Die, la silloge di racconti “Succo di melagrana, storie di vita quotidiana al femminile”.
“La casa dal pergolato di glicine” è il suo primo romanzo.
Disponibile dal 15 luglio 2013 in tutte le librerie.
view post Posted: 27/8/2013, 14:37 [CENTER][color=red]<b>Immersione di Vincenzo, giovane trapanese cieco, con la Project Diver di - mare
Immersione di Vincenzo, giovane trapanese cieco, con la Project Diver di Enna a Cala Rossa (San Vito Lo Capo)

L’emozione nel gommone è tangibile sin dal primo momento in cui l’ istruttore, Giuseppe Corona della Project Diver, le guide subacquee e Vincenzo ci salgono sopra dal molo di San Vito. Vincenzo, trentenne, cieco assoluto, possiede due brevetti che lo qualificano tra i subacquei “advanced” e che gli permettono, tra l’altro, di raggiungere quota -30 metri. Vincenzo, oltre a essere preparato, è anche molto ordinato e meticoloso con la sua attrezzatura e ne dà subito dimostrazione. Si sceglie Cala Rossa, la secca di fronte alla Tonnara di San Vito. La secca ha un cappello a meno dodici metri e permette di raggiungere profondità più elevate tra un tripudio di organismi marini. Tante le murene negli anfratti e grotte che ospitano anche diafani gamberetti, grandi scorfani e musdee. Durante il briefing, si ripassano tutti i segnali per comunicare sott’acqua e si confrontano i gesti ordinari con quelli che accompagnano Vincenzo abitualmente in immersione. Finalmente, è arrivato il momento e Vincenzo entra in acqua tuffandosi all’indietro. Il mare è leggermente increspato ma la visibilità è buona. Si scende sul cappello e Giuseppe si sofferma sugli organismi comunicando alla perfezione con Vincenzo.
Si procede nell’acqua blu arrivando attorno ai venti metri. Le murene sono affacciate nel singolare condominio dato dalla roccia che degrada mentre le castagnole sono preda di due dotti usciti fuori le tane. Le guide accompagnano istruttore e subacqueo senza invadenza, consapevoli della bella esperienza che tutti stanno vivendo. Si risale serenamente come serenamente si è svolta l’immersione. In barca, come avviene sempre, si scambiano impressioni ed emozioni. Vincenzo è veramente appagato e dice che sott’acqua non avverte il peso del suo handicap. Gli altri, questa volta, sono più emozionati della persona che hanno accompagnato in quel bellissimo tratto di fondale. La spiaggia per disabili No Limit, gestita dall’Associazione Project Diver grazie a un progetto di rete tra diversi enti, offre anche la possibilità ai diversamente abili di immergersi nel mare di San Vito.




(nelle foto, il briefing, la preparazione e l’immersione)

s5wl
Uploaded with ImageShack.us

w7ue
Uploaded with ImageShack.us

rgqz
Uploaded with ImageShack.us

Edited by menichella - 3/9/2013, 22:09
960 replies since 8/11/2005