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| Diario di un killer sentimentaleLuis Sepulveda, Guanda EdizioniDiario di un killer sentimentale è un racconto di appena settantatre pagine e questo è, innegabilmente, un suo punto di forza. Sepulveda condensa in uno stile asciutto ed essenziale la storia assurdamente realistica di un professionista della morte che parla in prima persona mostrando l’enorme limitatezza del suo mondo, per fortuna circoscritto (mi auguro) a un piccolissimo segmento di umanità. Un killer che si sdoppia nella personalità (indizio di silente schizofrenia?), che sembra compiere errori madornali nella sua attività, e che si innamora di una donna molto più giovane, arrivando a soffrire come può succedere a qualsiasi essere mortale. Il contesto è una sommatoria di posti, alberghi e città sparsi per il mondo attraverso cui si dipana la storia, non scevra di colpi di scena. Sembra quasi che Sepulveda si sia divertito a tratteggiare un mondo lontano anni luce dal suo, calandosi in un personaggio dal cinismo impressionante e del tutto normale, secondo alcuni parametri di giudizio universalmente accettati. Come ad esempio, il profumo dei soldi (più forte di ogni altra cosa) e le donne (che servono in realtà solo a soddisfare i bisogni dei corpi maschili). Il racconto sorprende chi ama leggere Sepulveda, è una sorpresa, tuttavia, che risulta piacevole e divertente.
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